venerdì 29 marzo 2013

▲ Smalto rosso.

Oggi sono riuscita a convincere i miei a lasciarmi da sola a casa e questo per me è stato un vero e proprio traguardo: mi sono alzata verso le nove, ho fatto colazione, mi sono data una sistemata, ho rifatto il letto e mi sono dedicata, infine, all'ozio più assoluto. Insomma, sono proprio in vacanza. 
Ho indosso una tuta e ho messo lo smalto rosso, perché mi fa sentire più bella. Però sono spettinata e struccata, cose che odio, ma per chi dovrei prepararmi? C'è solo papà in casa! 
Mi sono resa conto, tempo fa, che mi piacere mettermi 'in ghingheri' per uscire e penso che quando mi capiterà l'occasione di avere un vero e proprio Appuntamento, mi darò alla pazza gioia!
Francamente non so perché sto aggiornando, non ho nulla di eclatante da raccontare, però mi dispiace lasciare questo blog da solo fino a quando non dovrà sorbirsi un mio secondo flusso di coscienza.
Uhm, resoconto delle ultime settimane?
Sto ottenendo bei risultati a scuola, scongiuri facendo, ho portato due 8 e un 9 a casa; sono finalmente in vacanza ma questi giorni di riposo stanno praticamente volando e... sto facendo delle nuove conoscenze, sì. Che qualcosa si stia smuovendo? 
Forse ho chiarito con una certa persona, ma questo chiarimento è stato fine a se stesso: non ci parliamo più. 
Ho avuto un bel due di picche da un tipo che - sfoderando la mia spada di orgoglio femminile - non merita proprio una ceppa! Ma francamente mi interessa fino ad un certo punto, di certo non ne ero innamorata. Ne faccio una questione di principio, perché per quanto una persona possa esserti 'sconosciuta' (ci si parlava da un tre, quattro giorni) non mi pare proprio di meritare il gentilissimo trattamento che mi ha riservato. Ma va beh! 
X è come una di quelle 'fastidiose' mosche estive: improvvisamente te la ritrovi in casa e non sai come mandarla via, è appiccicosa.
X entra nella mia testa di punto in bianco, di solito di sera quando sono più vulnerabile e va via solo con il sorgere del sole.

Che poi mi sono sempre chiesta perché sono così malinconica proprio di sera, sarà che si (dis)attiva qualche ghiandola particolare o che viene rilasciato nell'atmosfera un gas che tra gli effetti collaterali prevede la malinconia?

Baci baci.

venerdì 1 marzo 2013

▲ Ascolta(te)mi.

Non scrivo qui da tanto, forse troppo tempo, ma siccome non mi segue nessuno - credo - non ho da scusarmi con nessuno, se non con me stessa perché non mi sono dedicata come si deve ai miei pensieri, a ciò che mi stava accadendo intorno e dentro.
E' il Primo Marzo e questo post non sarà farcito di chissà quali news o buoni propositi per la Primavera, che tra l'altro sembra ancora lontana anni luce. Fa che sia anche lei ancora in letargo? Probabilmente ora sono partita con il buon proposito di scrivere e poi, fra qualche minuto, mi ritroverò a tirare rapidamente le somme e concludere il post.
Sempre detto e pensato: mi piace scrivere, ma non di me stessa, non di ciò che provo, perché è come se non fossi in grado di rendere comprensibile quello che mi passa per la testa o come se non esistesse ancora una lingua che mi consentirebbe di filtrare i pensieri in parole.
Ecco, sto girando intorno al nocciolo della 'questione', quindi mi fermo e provo a districare qualche nodo.
Se dovessi descrivere l'ultimo periodo della mia vita, questi ultimi mesi insomma, non saprei che aggettivo usare, se non 'piatto'. Piatte le mie giornate, piatti i miei sentimenti, piatta io.
Non sto avvertendo più alcun tipo di soddisfazione, vado avanti perché devo, non perché voglio o perché c'è una spinta interiore, una qualche Forza che mi convinca a trasformare le mie giornate in qualcosa di utile. Potrei essere accusata di pigrizia, ma io non imputerei a questo ultimo mio difetto la colpa del mio stato d'animo, perché riflettendoci, quando si tratta di impegnarmi per/in qualcosa, sono in grado di rimboccarmi le maniche e darmi da fare. Ma ora in cosa dovrei prodigarmi? La scuola? Non credo proprio.
Ormai non so più se reputarla una delusione, o meno: vedo troppe cose che non mi vanno a genio, troppa ipocrisia e troppo menefreghismo. Questi atteggiamenti mi imputridiscono l'animo, mi fanno rivalutare tutto ciò in cui credo, annullano ogni mio briciolo di speranza e, allo stesso tempo, non fanno che alimentare il mio desiderio di voltare le spalle al Liceo e guardare lontano, verso l'Università e finalmente, verso il mio Futuro.
Il 'piattume' - lascia(te)mi passare questo termine - non è stato in grado di circondare con un cappio e quindi sopprimere le mie aspirazioni, anzi! Quest'ultime sono in fervida attività, ma è come se fossero delle belve feroci in una gabbia: il loro graffiare quasi lo percepisco dentro, mi fa star male, perché vorrei liberarle, ma non posso
Non posso
Il "Non posso" è diventato quasi il mio anti-motto: non è un qualcosa che mi son prefissa di perseguire, mi è stato imposto da fattori esterni molto più potenti di me. Tra cui i miei genitori.
Se fosse per me, userei i pochi risparmi che ho da parte per andare una domenica a Firenze, o un fine settimana dalla mia amica Angela a Roma, le offerte ci sono e si tratterebbe solamente di spendere i soldi del treno. E invece? No, non posso
Ci sono queste odiose catene che mi tengono ferma nell'angolino della cucina di casa di nonna a studiare dalle due fino a quando non è ora di tornare a casa, con il capo chino sui libri e il brusio della TV a farmi compagnia, mentre c'è tutto un mondo fuori che non è che aspetti Me, ma io aspetto di visitarlo, di immergermici nel vero senso della parola. Ma, ancora una volta, non posso.
Forse mi sto illudendo che una volta che sarò in grado di sbrigliarmi da questo intorpidimento nel quale mi son ritrovata a vivere, riuscirò a raggiungere un minimo di Felicità, a placare questo opprimente senso di Insoddisfazione; io me lo auguro, sul serio, o potrei finire per dare di matto. Nella mia testa un qualcosa del genere già accade: penso a cose assurde, aspiro a cose assurde, fantastico su cose assurde.
Ormai non mi crogiolo nemmeno più nei Ricordi, ho superato questa fase per fortuna, ma sono bloccata in una sorta di limbo. Non so quando ne uscirò.
Nessuno può rendersi conto di quanto sia forte, doloroso per certi versi, il desiderio che io provi di avere novità nella mia vita, novità che sembrano del tutto cambiare strada nel momento in cui le scorgo all'orizzonte e per questo mi ritrovo a dovermi frenare, a trattenermi nel sopravvalutare le situazioni, le Persone.
Qualche tempo fa ho conosciuto una Persona, dopo essermi (quasi) ripresa da una grande delusione, è ho riposto speranze in lei, ma non so quante volte mi sono rimproverata di aver sbagliato, di aver schiacciato troppo presto il piede sull'acceleratore e di aver bruciato quelle tappe che invece, precedentemente, avevo raggiunto a piccoli e misurati passi in compagnia di X. (Non mi va di mettere il nome.)
Mi sono accusata anche di essermi illusa di aver trovato in quella Persona, non X, ciò di cui avevo di nuovo bisogno, ma mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso. Solo ora mi sono resa conto che, nel momento in cui il filo rosso che ti lega a Qualcuno si spezza, non puoi cercare in tutti i modi di legarlo a quello di un altro. E' umanamente impossibile. 
Eppure ho sbagliato. La colpa è mia.
In questo momento sto fantasticando sul fatto che qualcuno possa trovare questo post, leggerlo e desiderare ardentemente di conoscermi, insomma vado avanti di queste fantasticherie.
Vorrei concludere questo mio sfogo con una citazione:

Desiderare una meta. Il fatto che ci sia qualcosa che riaccende, fa muovere, il sangue nelle vene è la cosa più importante nella vita. Avere un obiettivo. Avere ogni giorno un obiettivo diverso.
Sentirsi vivo, vuol dire sentirsi vivo rispetto a qualcosa. Non si può non avere un punto caldo di riferimento nella vita gelida, sarebbe veramente gelida. Poi, ognuno scelga il tepore di vita… per me è importante bruciare, bruciare, bruciare.

Vorrei essere ascoltata,
ℛ.

domenica 2 dicembre 2012

▲ Cloudy.

Io non so parlare e te lo proverei, questa volta forse lo farei. 

E' da qualche giorno che ho ricominciato ad ascoltare Marco Mengoni e devo dire che la sua musica mi era mancata, nonostante non sia mai stata una grande "fan", ma un'ascoltatrice "ad occasione" - tradotto: ascoltavo qualcosa di suo quando ne avevo voglia.
Ma comunque.
Piove da ben tre giorni, incessantemente. Ed è nuvoloso anche dentro di me
Ieri sera alla fine non sono uscita, nel pomeriggio sono andata al centro commerciale con i miei, ho comprato qualcosina e poi mi hanno accompagnata da Lua, dove ho passato la serata e son rimasta a dormire. Il tempo trascorso con lei è sempre piacevole: abbiamo chiacchierato, riso, scherzato e guardato un film. 
E' stato bello anche stamattina, al risveglio, quando ci siam raccontate i rispettivi - aggiungerei assurdi - sogni fatti. Carino, no? Purtroppo per pranzo son tornata a casa, papà aveva cucinato per un esercito, ho cercato di non esagerare, ma va beh, è comunque domenica! 
Fino ad ora ho fatto la doccia, vagato per tumblr, chattato con Angela su Facebook, vagato per tumblr (#2), ascoltato musica e anticipato italiano per martedì. 
Mhh, altro?
Ah, come dimenticare!
Ieri ho fatto solamente tre ore a scuola e durante l'ultima, di matematica precisamente, abbiamo fatto la videochiamata su Skype con Aniello, un mio amico che sta trascorrendo l'anno in Ecuador con Intercultura; vederlo è stato bello e abbastanza malinconico al tempo stesso: mi sembrava così lontano e diverso, diverso soprattutto perché ha perso la sua cadenza dialettale nel parlare e ha acquisito l'accento spagnolo, in più lo mischia anche all'italiano e ne esce fuori un idioma tutto suo, ahw. Spero che con la classe potremmo organizzare qualcosa del genere con Martina, che invece è in Ungheria; (Ciao Tut, se stai leggendo!).

Nei tuoi occhi il giallo, di un giorno che hai aspettato. 

domenica 25 novembre 2012

▲ Sammlung, Raccolta.

Non so se a spingermi ad aggiornare, di conseguenza a scrivere, sia stata la canzone che sto ascoltando ("Try", di P!nk, se vi interessa) oppure la noia che mi sta attanagliando in questo momento; fatto sta che sono di un stato d'animo alquanto indecifrabile, per lo meno a me.

Ieri sera abbiamo festeggiato il compleanno di Adriana, ma non sono riuscita a vivere serenamente la serata: vuoi per il ciclo, da cui dipendono benessere fisico e psicologico, vuoi per mille pensieri che mi frullavano per la testa, sono stata col broncio quasi tutto il tempo, il che mi dispiace, perché quando sono di cattivo umore, la mia mente funziona come un piccolo Domino: parto da un pensiero negativo, a cui si affianca un altro e un altro e un altro ancora, basta un piccolo colpetto e crolla tutto. Interessante, lo so.

Sarò ripetitiva, ma stavo pensando nuovamente al Natale, alle vacanze natalizie e a quello che mi aspetta. Oggi manca praticamente un mese esatto al 25 e non so se buttarla sul ridere oppure andare a nascondermi nell'armadio e uscirne direttamente il 27 dicembre, ma anche più in là, visto che il clima festivo si affievolisce per poi scomparire solo dopo la Befana. 
Non mi sento pronta a sorrisi di circostanza, ad un fittizio benessere e ad un mezzo cenone della Vigilia, così come non sono affatto pronta al broncio che sfocerà sicuramente in lacrime di mia nonna, la scontrosità di mia madre e la sensazione di malessere che, purtroppo, mi pervaderà nel partecipare a questo quadretto. Alternative? Non ne ho, purtroppo. 
Non ne ho.
Anche se le desidererei.
Non prendiamoci in giro: ne avrei bisogno, ma mi sembra inutile parlarne con i miei genitori, riceverei unicamente occhiate alla "per favore, comprendi la situazione" di mio padre e rimproveri di mia madre, la quale potrebbe anche accusarmi di fregarmene - as usual - dei problemi. A me frega di quello che succede, ma necessito anche io di comprensione, di essere ascoltata, cosa che mia mamma non fa, mentre mio papà talvolta tappa le orecchie. 
Cosa devo fare io, quindi, per essere in primis ascoltata e poi compresa e aiutata?
L'aiuto che chiedo non implica l'assecondare ogni mia richiesta - opinione che ha la mia cara genitrice - ma il collaborare con me nel trovare una soluzione, nel FARE qualcosa. Ma quel "fare" deve portare a risultati concreti, tangibili. 

Ma basta sproloquio interiore, sto sfociando nel noioso/pesante/Rachelechediaminevuoi!

Oggi ci hanno revocato l'occupazione, di conseguenza domani si riprendono - ahimé - le lezioni. 
Bonne nuit!

mercoledì 21 novembre 2012

▲ Berlino (again), scuola, compiti, Napoli e scioperi variopinti: quando il Natale è alle porte, o meglio, ai cancelli.

Direi sia arrivato il momento di aggiornare questo povero blog: non me ne ero affatto dimenticata, ma mi mancava la voglia di mettermi al pc con l'intento ci concentrarmi e buttar giù qualcosa di decente. Quest'ultimo periodo è stato abbastanza intenso, soprattutto dal punto di vista scolastico, perché ho dovuto recuperare varie materie dopo il mio ritorno da Berlino, due delle quali (storia e filosofia) da sola, la nostra cara prof non ci ha né rispiegato gli argomenti né quasi dato tempo a sufficienza per studiare. 
Comportamento del tutto discutibile, ma ora non ne ho la benché minima intenzione.

Berlino manca, Berlino manca sempre. Mi manca la scuola, le lezioni interamente dedicate al tedesco, mi mancano Anja e Max - i miei insegnanti, mi manca il fatto che lo studio - seppur limitato - non rappresentava fonte di ansie o stress. Mi manca la quiete delle strade berlinesi, il clima più che autunnale, l'aria già pre-natalizia, mi manca Alexander Platz e il nostro Hotel Mercure con il receptionist che mi sorrideva sempre quando lo salutavo con un timidissimo 'Morgen' o 'Guten Abend'. 

Torniamo in Italia, torniamo alla mia famiglia che, soprattutto ultimamente, è abbastanza in fermento a causa di incomprensioni e problemi vari, torniamo alla scuola che mi toglie un sacco di energie e mi sta addirittura facendo andare a letto alle dieci di sera, abitudine che non mi è mai appartenuta! Per fortuna lo stress pre-interrogazione è quasi del tutto scemato, anche perché ho voti nella gran parte delle materie, rimane solo un po' di ansia per inglese, ma quella nessuno me la toglierà mai e un po' di noia al pensiero che concluso il primo giro di interrogazioni stress+nervosismo+ansia da interrogazione torneranno. E la scuola è questo, prendere o lasciare, anche se ultimamente è decisamente in una fase di caos a causa di scioperi bianchi, neri e roba varia. 

Sabato scorso sono andata a Napoli, precisamente a San Gregorio Armeno, con i miei genitori e Lua: abbiamo fatto un giro tra i vicoli del quartiere famoso per presepi e decorazioni natalizie. E' stato terribile! A parte che quello di quest'anno sarà uno dei peggiori Natale di sempre, ma non c'era neanche l'atmosfera giusta, mi è sembrata un'uscita inutile e anche deludente. Ma va beh. 
Di solito non vedo l'ora che arrivino le vacanze natalizie, però quest'anno è diverso, da una parte le attendo impazientemente perché potrò riposarmi e passare del tempo con i miei amici senza la preoccupazione del fattore 'scuola', dall'altra so che quei giorni saranno molto tristi: insomma, quando manca un nonno, è impossibile trovare la forza di festeggiare in giornate all'insegna dello stare insieme in quanto Famiglia.

Prima che sopraggiunga una prematura malinconia, concludo l'aggiornamento, sperando sia stato carino e non così noioso come lo trovo io.
A presto!

sabato 27 ottobre 2012

▲ Berlin, ich liebe dich! - I'm back.

Penso sia decisamente arrivato il momento di aggiornare questo blog, insomma non scrivo qualcosa dal ventidue settembre, giorno prima della mia partenza! Queste ultime settimane sembrano davvero essere volate, soprattutto le tre che ho trascorso a Berlino. 
Avrei così tanto da raccontare, da descrivere, ma sento che se scendessi nel dettaglio, quella magia che conservo dentro si affievolirebbe. E non voglio questo.
Vorrei iniziare dicendo che, a primo impatto, ho percepito una sensazione di delusione, nell'osservare Berlino, non perché mi sembrava tutt'altro che bella, piuttosto perché l'avevo immaginata diversamente. Chiaramente le cose poi son cambiate, altrimenti ora non mi ritroverei con un'espressione cupa, nel ricordare il mio breve stralcio di vita nella capitale tedesca, nella mia città.
Stando a Berlino, nonostante i momenti di sconforto per la mancanza della mia famiglia, delle mie amiche, per la stanchezza e cose come queste, ho vissuto numerosi giorni di benessere, mi son sentita a mio agio con il posto, con le persone, con la lingua. Il mio amore nei confronti del Tedesco è diventato incommensurabile! 
Lì, poi, ho fatto nuove esperienze, mi sono aperta con persone che non conoscevo prima della partenza, mi sono raccontata e mi son lasciata assorbire dal verde, dalla pace e dall'atmosfera berlinese.
Berlino è ancora Est ed Ovest, nonostante non ci sia più alcuna barriera, Berlino è una giovane ventenne dai capelli colorati e lo smalto consumato sulle unghie, Berlino è aiuole verdi, frammenti di muro e persone in bicicletta.
Berlino è quanto di meglio potesse capitarmi.
Ricordo ancora che il giorno del ritorno, guardavo tutto con lo sguardo di chi non ha ancora realizzato che non sa quando rivedrà il posto in cui si trova. E ricordo ancora la sensazione di malessere che ho provato mentre salivo sull'aereo per Roma, senza contare quando ho sceso la scaletta, una volta atterrata e il caldo-umido italiano mi è finito letteralmente in faccia! Ahh, non immaginate che trauma.

E niente, non vedo l'ora che arrivi domani sera, perché rivedrò Lua dopo più di un mese! Vi lascio una foto di Berlino by night dall'alto. Adieeeu!


sabato 22 settembre 2012

▲ auf Wiedersehen!

Come promesso, eccomi qui a scrivere una sorta di 'post d'arrivederci'. Purtroppo non posso che dedicarmi ora al blog, perché stasera esco con Lua e le altre per salutarle e domani sicuramente farò di tutto fuorché starmene comodamente seduta al pc fino a poco prima delle dodici e trenta. 
E' davvero strano dover scrivere qualcosa del genere, anche perché non sono mai stata così tanto tempo via di casa e non vi - mi? - nascondo che oggi sono stata particolarmente malinconica e lo sono tutt'ora, questo perché, per quanto possa essere insoddisfatta del posto in cui vivo è comunque la MIA casa, qui ho la MIA famiglia e, diamine, devo farmi forza per non far scendere qualche lacrimuccia, ahah! Che frignona che sono, sempre detto. 
Stamattina Lua mi ha fatto notare che papà era alquanto strano e, riflettendoci su, posso dire di essermene accorta anche io e questo mi ha fatto più che male, perché so quanto soffrirà per la mia mancanza, è profondamente legato a me, anche più di mia madre. Spero davvero di non farmi 'prendere dall'emozione' domattina avanti scuola, altrimenti renderò solo le cose più difficili. 
Beh, parlando di cose futili - giusto per distrarmi un po' - la valigia 'principale' è del tutto pronta, stasera metterò le ultime cose nel bagaglio a mano e nella borsa, ho anche scelto l'outfit per domattina! Camicia a quadri, t-shirt bianca con stampa della Statua della Libertà, leggings e Converse nere. 


Carina la mia valigia a pois, vero? 
Ho anche letto il programma provvisorio dello stage e tra le città che visiteremo c'è Lipsia, esatto LIPSIA, dove son nati i gemelli K! Ahhhw, che cosa bella bella. Appena l'ho letto ho iniziato ad urlicchiare proprio come facevo quando avevo dodici anni - eheh, che donna vissuta che sono, ora. 
Non voglio protrarmi ancora nello scrivere pensieri su pensieri, anche perché sono sicura che nessuno leggerà queste righe, ma poco importa.

Arrivederci mio piccolo progetto estivo ora diventato diario-segreto-pubblico!
See you October 13rd :))